Alcool e Fibrillazione Atriale: uno studio mette in evidenza il potenziale rischio

04/02/2019

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Alcool e Fibrillazione Atriale: uno studio mette in evidenza il potenziale rischio

Secondo uno studio pubblicato su Heart Rhythm un consumo regolare, sebbene moderato, di alcol potrebbe essere un fattore di rischio per la Fibrillazione Atriale.

Uno dei ricercatori che hanno condotto lo studio, dr. Peter Kistler, dell'Alfred Hospital di Melbourne, afferma che  cambiamenti elettrici e strutturali nel miocardio atriale in pazienti con fibrillazione atriale. «Il consumo moderato di alcol, ossia l'assunzione di 8-21 drink (contenenti 12 g di alcol) a settimana, rappresenta un predittore indipendente di rimodellamento atriale, caratterizzato da una significativa riduzione della tensione e della velocità di conduzione atriale e da un aumento delle dimensioni atriali. Lo stesso non si è verificato per livelli lievi di assunzione di alcol, definiti come 2-7 drink a settimana».

Nello studio, i ricercatori hanno arruolato 75 pazienti con fibrillazione atriale parossistica o persistente e senza comorbilità per i quali era stata programmata un'ablazione transcatetere in due ospedali dal 2016 al 2018. Tra questi individui, 25 persone non avevano mai bevuto, 25 hanno riferito di consumare da due a sette drink a settimana, e 25 da otto a 21 drink a settimana nei 12 mesi precedenti. Sono stati esclusi i pazienti con fibrillazione atriale permanente o cardiopatia strutturale significativa e quelli che ricadevano nella definizione di bevitore occasionale o bevitore "compulsivo" (binge drinker). Ebbene, la dimensione atriale sinistra media era maggiore nei bevitori moderati rispetto ai non bevitori (28,0 rispetto a 22,7 cm²). Prima dell'ablazione, senza farmaci antiaritmici e in ritmo sinusale, i pazienti sono stati inoltre sottoposti a studi di mappatura atriale sinistra ad alta densità utilizzando il sistema tridimensionale CARTO (Biosense Webster). In questo caso, i bevitori moderati, rispetto ai non bevitori, hanno presentato un voltaggio bipolare medio significativamente più basso, una velocità di conduzione inferiore, e una proporzione maggiore di potenziali atriali complessi. I bevitori lievi, rispetto ai non bevitori, hanno mostrato una proporzione maggiore di potenziali atriali complessi, ma nessuna differenza significativa nella tensione globale media. «Sebbene il nostro studio non possa provare un nesso di causalità tra l'alcol assunto in maniera moderata e la fibrillazione atriale, i risultati si aggiungono alle sempre più numerose prove che l'alcol sia implicato nella patogenesi di questa malattia, e che come tale sia un fattore di rischio potenzialmente modificabile» concludono gli autori. 

Fonte: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30639070

 

 

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